L’Archivio di Stato di Salerno compie duecento anni. Ci è sembrato giusto dare visibilità a questo importante anniversario tenendo quanto più possibile aperte le sue porte con l’offerta di diverse iniziative tese a mostrare il carattere multiforme della documentazione, le specificità dei singoli fondi ma anche la valenza grafica e iconografica di tanti documenti. Le ultime due esposizioni organizzate – Paesaggi di carta e Carte cartapecore scartoffie e pinzillacchere – sono state pensate proprio in questa ottica: offrire al pubblico materiali che possano essere goduti come oggetti estetici oltre che come documenti storici.
Anche la mostra Dadodu&Co, esposizione di documenti, opere di piccolo formato, oggetti, collezioni e soprattutto libri d’artista provenienti dalla collezione Ibridifogli di Antonio Baglivo, che l’ha organizzata insieme al giornalista salernitano Vito Pinto, rientra in questo progetto di “apertura straordinaria” delle porte dell’Archivio di Salerno. Non si tratta solo del piacere di ospitare la contemporaneità, come già avvenuto con la mostra Le carte del critico. Documenti e materiali dall’archivio di Filiberto Menna organizzata dalla Fondazione Menna di Salerno: c’è anche, e soprattutto, il piacere di ospitare un artista salernitano che questo campo ha sempre dissodato, sin dagli anni ’70 del ‘900 (è del 1977 il Centro di Documentazione Arte Contemporanea Laboratorio Dadodue), portando in città il soffio fresco e vitale di uno sguardo nuovo e di un nuovo rapporto con la materia e con l’arte. Scultore, pittore, incisore, ceramista, Antonio Baglivo è un artista poliedrico e sempre in movimento, curioso di tutti i generi del campo informale, collezionista e autore egli stesso di molteplici libri d’artista.
Il libro d’artista è allo stesso tempo libro e opera d’arte. E’ un libro perché da questo oggetto prende spesso la forma, è un’opera d’arte perché sfugge alle regole della serialità e del mercato in quanto realizzato interamente a mano dal suo autore, riprodotto in copie numerate, diffuso al di fuori dei canali canonici della distribuzione libraria. E ha una lunga storia alle spalle: dalle avanguardie artistiche del Novecento alle correnti informali del secondo dopoguerra, ha seguito strade diverse, poesia verbovisiva, arte povera, Fluxus, sempre mantenendo una propria specificità, e negli ultimi decenni è stato anche al centro di un intenso dibattito critico che ha cercato di stabilirne la esatta definizione e gli esatti confini.
Dunque se a prima vista l’argomento può sembrare distante dall’orizzonte di interessi di un Archivio di Stato, in realtà molte sono le caratteristiche che lo avvicinano: i libri d’artista sono comunque libri, media di diffusione di informazioni, simili, nella forma e nella funzione, ai tanti che riempiono gli scaffali della biblioteca; sono documenti di un’epoca, di una corrente, di una situazione, in quanto ormai storicizzati all’interno della collezione stessa, che può a buon diritto essere considerata un archivio nell’accezione più ampia di questo termine. Per non dimenticare, infine, che in questa ospitalità nomi illustri ci hanno preceduto: già la Biblioteca Nazionale di Napoli e la Biblioteca Vallicelliana di Roma, nel 2010, hanno esposto in due mostre questa collezione: La forma del libro la prima, e La coda di Narciso la seconda.
E’ con grande piacere dunque che l’Archivio di Stato accoglie questa mostra, con la certezza di svolgere appieno il proprio compito di istituzione pubblica al servizio della cultura. Personalmente ringrazio il direttore Renato Dentoni Litta per avermi dato l’opportunità di introdurre il lavoro di un artista che conosco e stimo da molti anni.
Maria Teresa Schiavino
Archivio di Stato di Salerno
Dadodu&co
di Antonio Baglivo
Via xx settembre, 42, un piccolo locale al piano terra senza alcuna ambizione commerciale, in una strada secondaria della periferia di Salerno. Un luogo vero, concreto, in cui poter ordinare i pensieri, dare forma alle attese, progettare un futuro possibile e soprattutto sublimare le arsure di un giovane artista inquieto come me, superare l’isolamento e aprire un varco in quella bolla di marginalità in cui mi trovavo ad agire. Un luogo privato capace di porsi nella città come spazio alternativo, aperto e disponibile ad accogliere idee e proposte e al tempo stesso intessere relazioni e collaborazioni con l’esterno. Un vero laboratorio spontaneo e autonomo: l’unica risposta possibile all’indifferenza e all’ostilità di una città matrigna, troppo attenta a rincorrere il profitto e a difendere i privilegi di pochi.
Era il 1977 e imperava il desiderio di sovvertire le regole, mettere in crisi il sistema, trovare nuovi spazi di confronto e soprattutto affrancarsi dal potere delle gallerie accorsate e dei critici prezzolati, delle riviste specializzate e delle fiere d’arte, nel tentativo di trovare una propria dimensione e una autonoma collocazione nel segno della condivisione e della collaborazione.
Da allora e per quarant’anni questo desiderio di assoluta indipendenza è sempre stato il riferimento principale per ogni mia azione. Il Laboratorio DADODUE è stato la casa, lo studio e la galleria di molti, il primo approdo per giovani di talento e luogo di incontro e di crescita continuo. Una cellula creativa e propositiva che ha saputo nel tempo attrarre intorno a sé e ai suoi progetti l’attenzione e l’interesse di un gran numero di artisti, poeti ed intellettuali di ogni parte d’Italia e non solo e che ha continuato ad esistere ed agire anche dopo la sua chiusura, nel 1995. Da allora DADODUE è rinato più volte, non più come un luogo fisico in cui accadono le cose ma come un’idea, un pensiero dominante che ha attraversato il tempo e che oggi rivive nell’archivio di libri d’artista Libroteca IbridiFogli e trova ulteriore conferma e sostanza in questa mostra.
Il progetto DADODU&CO. nasce dalla mia esigenza personale di rendere omaggio ai tanti amici, vecchi e nuovi, che in qualche modo, in questi anni mi hanno affiancato e supportato. Artisti generosi e disponibili che attraverso i segni, anche minimi, del proprio lavoro, il loro impegno e la loro diretta testimonianza mi hanno permesso di realizzare l’archivio da cui oggi attingo per organizzare questo evento. Mi resta l’amarezza di non poter più esprimere il mio affetto e la mia gratitudine a quegli amici che ci hanno lasciato prematuramente ai quali rivolgo il mio pensiero fraterno.
In quarant’anni succedono molte cose e si incontrano molte persone ognuna con la propria singolarità, ognuna portatrice delle proprie esperienze e dei propri pensieri. Eventi e incontri che lasciano dietro di sé tracce tangibili, segni e oggetti che al di là dell’intrinseco valore artistico e culturale si caricano oggi di un’aura emozionale, un valore aggiunto fatto di relazioni, sinergie, e memorie condivise. Memorie a volte esaltanti, a volte dolorose che oltre a segnare il mio personale percorso di vita, vanno inevitabilmente ad intrecciarsi con l’esistenza di alcuni tra i principali compagni di questo camminare comune. Mi riferisco in particolare agli artisti Cosimo Budetta e Osvaldo Liguori con i quali ho condiviso le attese, le delusioni, le amarezze ma anche le gratificazioni e i successi, il cui impegno è sempre stato determinante per il buon esito di tante iniziative. Lo stesso vale per Gerardo Pedicini, scrittore e critico d’arte che è stato costantemente al nostro fianco. E qui potrei dilungarmi in una lista infinita di nomi di singoli artisti, critici, poeti e scrittori e ancora associazioni culturali, gallerie e istituzioni pubbliche e private con cui in qualche modo abbiamo stretto un sodalizio, attivato una collaborazione, a volte occasionale, altre volte duratura e fertile. Di tutto questo, gli oggetti e i documenti, i libri e le opere presenti in questa mostra, rappresentano solo una parte, una parziale testimonianza della grande quantità di cose custodite, oggi, dall’archivio LIbroteca IbridiFogli. Una porzione comunque notevole e significativamente rilevante, selezionata e sistemata per segnare e puntualizzare alcuni passaggi e alcuni eventi maggiormente indicativi della costanza e della serietà del lavoro svolto in questi anni.
Elenco degli autori presenti nella mostra DADODU&CO